Notizie Storiche
Secolo: XVII
Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...): XVII
Data (fondazione): 1601
Utilizzazioni
Attività (uso attuale): Edificio di culto aperto al pubblico
Uso storico edificio di culto
Storia
La chiesa di S Nicola da Tolentino fu eretta alla fine del '500 su un terreno donato nel 1596 dalla famiglia Moneglias proprietaria di una villa sul Colle Carbonara: attuale Villa Piaggio. La posa e la benedizione della prima pietra avvennero il 28 marzo 1597; curiosamente è stato tramandato il nome dello scalpellino che la preparò: Bartolomeo Reforzio. Il progetto della costruzione viene comunemente attribuita all'architetto Andrea Cerasole, detto il Vannone, mentre si sa per certo che gli esecutori della costruzione furono Cipriano e Battista Bianco, padre e figlio; la costruzione del dormitorio dei frati fu opera del famoso architetto Bartolomeo Bianco, altro figlio di Cipriano. La chiesa fu terminata nel 1601 e vi si celebrarono messe e vespri a “comodità dei fedeli”. Fin dall’inizio la vita dei frati non fu agevole, infatti già nel 1602 era cominciata una lunga disputa con la famiglia Moneglia e con i loro successori i Salvago, avente per oggetto i doveri dei frati verso queste famiglie e i poteri di queste famiglie sui frati, con i frati tesi a salvaguardare la loro indipendenza. La vicenda, tipica di quei tempi,si interruppe momentaneamente nel 1637, quando Genova conobbe il flagello della grande peste. I padri e i fratelli di S. Nicola furono in prima linea nei lazzaretti per assistere i colpiti dal morbo. Finita la peste il convento si svuotò e ripresero i contrasti con le famiglie nobili fino a trovare conclusione nel 1730 per intervento del Sommo Pontefice. Il 13 ottobre 1810 in forza dei decreti napoleonici i religiosi dovettero abbandonare il convento di S. Nicola. La chiesa però non venne totalmente chiusa e questo per merito di un santo fratello laico: Fra Giovanni di S. Maria, che con grandi sacrifici aveva trasportato dal convento della Visitazione la statua della Madonna del Parto. Egli trovò modo di affittare la chiesa per 500 lire annue, permettendo così alla gente di entrare per venerare la Madonna come in un oratorio privato. Nel 1815 Fra Giovanni riuscì a riaprire la chiesa al culto. In quello stesso anno l’altare maggiore, in marmi policromi,fu sostituito da quello attuale in marmo nero, preso dalla chiesa della Visitazione, dove prima si trovava appunto la statua della Madonna del Parto. Il giorno 11 ottobre 1939 la chiesa venne eretta a Parrocchia dal cardinale Boetto e affidata al giovane Padre Lorenzo Maria Viani. A meno di un anno da quella memorabile data scoppiò la guerra più terribile conosciuta dal genere umano. Nel terrificante bombardamento la chiesa rimase in parte distrutta ed il convento seriamente danneggiato. Tuttavia proprio dal convento rinacquero le speranze perché da quei locali iniziarono le trattative per la resa dei tedeschi senza le temute distruzione e spargimenti di sangue. La Chiesa fu ricostruita fra il 1945 e il 1950. Il 7 giugno 1980 la Chiesa di San Nicola venne solennemente riconsacrata da Sua Em. il Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova. Nel tempio,dichiarato monumento nazionale. si conservano opere di valenti artisti: Boni,Carlone, Guidobono, Semino, Paggi.
Opere notevoli La chiesa di San Nicola ha accumulato nelle sua secolare storia autentici tesori d’arte. Per una rapida e ordinata rassegna essi possono classificati, oltre per le diverse tecniche impiegate, in base ai temi religiosi che li hanno ispirati : il culto mariano, il culto di S. Nicola, il culto di S. Agostino. L’opera d’arte che maggiormente caratterizza la chiesa è la Madonna del Parto. Una bella e imponente statua, risalente al XVII che troneggia sull’altare maggiore ed è attribuita allo scultore Orsolino, discendente da una famiglia di artisti lombardi attivi a Genova tra il ‘500 e il ‘700. La statua non è solo un omaggio alla Madre di Gesù ma è una poderosa testimonianza alla fede di un fratello laico, un questuante di nome fra Giovanni di S. Maria, che nei difficili dell’era napoleonica, riuscì non solo a salvare la statua, trasportandola dal convento della Visitazione (soppresso per ordine delle autorità) ma a conservarne il culto a San Nicola ricorrendo all’astuzia di trasformare la chiesa in una sorta di oratorio privato. Strettamente legato alla statua della Madonna del Parto è l’altare in marmo nero, proveniente anche dal convento della Visitazione. Tale altare sostituì, sempre per merito dell’intraprendente fra Giovanni, il preesistente altare in marmi policromi trasportato a sua volta nella chiesa parrocchiale di Moneglia. E' rimasto in San Nicola un bel portale in marmi intarsiati, situato attualmente sulla destra dell'altare maggiore. Un'altra bella opera di ispirazione mariana è la cappella dell'Apparizione, dedicata alla Madonna della Guardia. Tra le opere dedicate a San Nicola spicca la Cappella laterale destra,con il bel gruppo ligneo raffigurante la Madonna, San Nicola e le anime del Purgatorio. La cappella, danneggiata durante i bombardamenti, è stata ricostruita e ornata con pregevoli affreschi di E. Mazzini. Tra questi meritano citazione due:" San Nicola celebra la messa e libera un'anima del Purgatorio" e "Cristo che scende tra le braccia di S. Nicola. Sul medesimo soggetto esiste una pala, attualmente sistemata a fianco dell'altar maggiore lato sacrestia, del pittore G.A. Carlone (secolo XVII). L'opera molto intensa nell'ispirazione, da un senso grandioso di partecipazione con una ricchissima folla di personaggi, investiti da vivide lame di luce .La tecnica pittorica utilizzata, con pennellate energiche e forti contrasti di luce, conferisce al quadro un aspetto moderno, abbastanza distante dai modelli seicenteschi. Sempre del Carlone esisteva un altro pregevole dipinto, prospetticamente molto ardito: "la gloria di S. Nicola", andato purtroppo distrutto con le bombe. Sempre dedicato a San Nicola vi è un lavabo in marmo che reca sulla sommità la statua del santo. Tra le opere ispirate dalla devozione a S.Agostino grande rilievo deve essere dato al dipinto di B. Guidobono: "S.Agostino riceve la cintura della Vergine Maria, Madre di Consolazione", che si trova nella cappella dell'ordine. Nella stessa cappella si trova un dipinto di anonimo intitolato: "S. Agostino lava i piedi a Gesù" Tra le opere che meritano apprezzamento citiamo le tele di G.B. Paggi (secolo XVII), che si trovano nella Cappella della Misericordia, e lo spendido soffitto affrescato dei fratelli Semino che rende unica per bellezza la sacrestia della Chiesa. Particolarmente belle le scene di Mosè e il serpente di bronzo, della via Crucis e la Resurrezione.
Arredi
Interni
Sempre nella sacrestia sono da segnalare i mobili in noce, scolpiti del XVII secolo e restaurati nel 1975. Molte delle opere che arricchiscono la chiesa sono del XVII e in gran parte frutto di donazione di nobili, proprio quelli stessi nobili con i quali i frati erano in profondo contrasto. I nobili in effetti con le loro donazione cercavano di mettere i frati in una posizione di subalternità in modo da ottenerne il giuspatronato, cioè la tutela giuridica, incarico e titolo che a quell'epoca rappresentava uno status symbol.
Sitografia